È raro visitare una mostra d’arte, allestita negli ambienti di un palazzo storico, decorati dai medesimi autori delle opere temporaneamente esposte alle pareti. È il caso della mostra qui allestita che raccoglieva nelle sale di palazzo Fava, affrescate dai Carracci e da altri protagonisti della scuola bolognese del tardo Cinquecento, la collezione capitolina delle loro opere e dei loro seguaci che in queste sale si formarono, come Guido Reni, l’autore più rappresentato nell’esposizione.
L’unicità delle esposizione consisteva proprio nell’occasione unica di avere ‘contenuto’ e ‘contenitore’ che partecipavano della medesima cultura storico-artistica. L’allestimento fu impostato con l’obiettivo di sottolineare, tramite un’illuminazione equilibrata, questo doppio piano di lettura: in alto, l’esposizione permanente dei fregi istoriati; a parete, l’esposizione temporanea dei quadri capitolini. Il percorso si disponeva al piano nobile del palazzo, senza seguire un ordine cronologico, ma accorpando le opere per autore e all’interno di queste per affinità tematiche.